28 Agosto 2015

La Polishape 3D è una spin-off del Politecnico di Bari che ha fatto della scansione in 3D il proprio punto di forza. Negli ultimi anni ha lavorato soprattutto sugli scanner facciali, prototipandone e immettendone sul mercato diversi modelli.
Ma come funziona uno scanner facciale 3D e quali possono essere le sue applicazioni? Marta Pesce, giovane innovatrice, e il suo tutor aziendale, il prof. Galantucci, ce lo hanno spiegato quando siamo andati a trovarli in azienda.

Grazie a diverse fotocamere (da 6 a 12) montate ad arte su di un telaio e comandate tramite pc siamo in grado di acquisire allo stesso tempo diversi fotogrammi del volto, secondo diverse angolazioni” ci spiega Marta. “Quindi, attraverso un programma associato allo scanner, uniamo i singoli scatti in un unico file tridimensionale che ci restituirà il volto scansionato e così ricostruito”.

“Le applicazioni di questo dispositivo sono innumerevoli” ci racconta il prof. Galantucci “e vanno dall’ortodonzia alla chirurgia estetica. A differenza di una tecnologia tridimensionale come quella della TAC ad esempio, il valore aggiunto della scansione 3D è proprio nella sua scarsa invasività. Senza contare che se il risultato della TAC sono raggi, delle rappresentazioni dei tessuti molli dall’interno, con lo scanner 3D siamo in grado di avere delle rappresentazioni realistiche anche dell’esterno del volto, della pelle, della texture”.

“Il mio lavoro da giovane innovatore” continua Marta “è quello di rendere questo dispositivo sempre più compatto e facile da usare. Se i precedenti scanner facciali 3D per funzionare avevano bisogno di una distanza dal soggetto di almeno 1 metro, il nostro scanner, leggero, compatto, super slim potrà essere posizionato a soli 20 cm dal volto”.

Il mercato al quale puntiamo è in crescita ed intravediamo grandi potenzialità, grazie anche alle sperimentazioni che stiamo conducendo presso alcuni studi odontoiatrici. Ci piacerebbe che le diagnosi tridimensionali prendessero prendesse piede anche negli ospedali ma si tratta di un’innovazione lenta perché vanno introdotti nuovi protocolli che devono quindi essere accettati e riconosciuti. Ma noi non ci fermiamo, anzi, e continuiamo e nostre attività nelle quali ci piacerebbe continuare a coinvolgere Marta” conclude il prof. Galantucci.

Testo: Flavia Giordano
Foto: Laura Migliaccio

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Marta Pesce e il Prof. Galantucci
Un dettaglio dello scanner
Marta alle prese con lo scanner facciale
Marta spiega il funzionamento dello scanner facciale
Stampa 3D dopo la scansione
Marta Pesce e il Prof. Galantucci
Un dettaglio dello scanner
Marta alle prese con lo scanner facciale
Marta spiega il funzionamento dello scanner facciale
Stampa 3D dopo la scansione
Marta Pesce e il Prof. Galantucci

Il giovane

Il mio lavoro da giovane innovatore” continua Marta “è quello di rendere questo dispositivo sempre più compatto e facile da usare.
Marta Pesce Giovinazzo (BA)

L'azienda

Il mercato al quale puntiamo è in crescita ed intravediamo grandi potenzialità. Ci piacerebbe che le diagnosi tridimensionali prendessero prendesse piede anche negli ospedali.
Luigi Galantucci Polishape 3D